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Obama: vera leadership? - Skill Academy

Obama: vera leadership?

Barack obama vision

Obama: vera leadership?

In questi giorni si è parlato ancora moltissimo di Barack Obama, e io ne ho già scritto anche qui, con il passaggio di consegne a Donald Trump e con la domanda che tutti si pongono: cosa farà ora?
In questi stessi giorni io e altri coach di Skill Academy siamo spesso in azienda a parlare di leadership presentandone i vari modelli. Mi è quindi venuta spontanea la domanda: se applichiamo uno di questi modelli a Obama, ne uscirebbe fuori che è un vero leader?

La risposta è si e in questo non c’è nessun giudizio politico sul suo operato, quello sarà compito degli analisti e soprattutto della storia.

Un leader ha una visione

In quasi tutti i modelli di leadership, il leader ha una visione, spingendosi a guardare dove nessuno lo ha mai fatto.
In tanti temevano che Obama restasse “impantanato” nel suo ruolo di primo Presidente afro-americano degli Stati Uniti. È invece andato oltre, ha portato la battaglia politica sul terreno dei diritti degli americani, come per la sanità pubblica e ha perseguito l’idea di un “mondo unito”.

Un leader comunica chiaramente la sua visione

Obama è da molti considerati uno dei migliori cinque oratori di sempre, ha saputo unire la tecnica, in alcuni casi ha innovato con nuove tecniche, alla passione. E, attenzione: come tanti leader ha studiato per arrivare a questo livello, proprio perché consapevole dell’importanza strategica della comunicazione.

Un leader è coraggioso e spinge al cambiamento

Non sempre il coraggio e la capacità di cambiare si ritrovano nei leader, in questo caso ci sono e si esprimono attraverso gli stessi passaggi.
Obama è partito dal famoso “Yes We Can” come simbolo della possibilità di fare, per arrivare, ad esempio alla riforma del sistema sanitario, l’ObamaCare, mai pensata o quantomeno applicata da nessun Presidente in questo modo.
E ha parlato di cambiamento fino all’ultimo discorso di addio a Chicago “Se siete stanchi di discutere con degli sconosciuti su internet, cercate di parlare con qualcuno di persona. Se qualcosa dovrebbe funzionare meglio, datevi da fare. Se siete delusi dai vostri rappresentanti, raccogliete le firme e candidatevi voi stessi. Fatevi avanti, fatevi sotto

Un leader incoraggia e riconosce il lavoro di squadra

Qui c’è una doverosa premessa: Obama è diventato Presidente agli albori della “social era” e quindi abbiamo saputo di lui più di quello che abbiamo potuto per tanti altri Presidenti, americani e non. Da questa opportunità, perfettamente sfruttata da Obama, è sempre emersa una squadra.
Michelle Obama ha avuto un ruolo ben oltre quello della First Lady, come riconosciuto da Barack stesso nel suo discorso di addio “Hai reso la Casa Bianca la casa di tutti. E oggi una nuova generazione si pone obiettivi ambiziosi anche perché ha te come modello”. Anche di Michelle resteranno nella storia, oltre alla promozione di una vita sana, almeno 4-5 discorsi espressi con grande lucidità e passione.
Ancora più evidente è il connubio con il vice-presidente Joe Biden, uomo che ha lavorato per decenni nelle istituzioni e che Obama ha portato alla ribalta. Uomo che ha definito spesso come un amico e che ha celebrato ogni volta che è stato possibile.
E abbiamo conosciuto bene gran parte della squadra, compresa quella “gioiosa macchina da guerra” (citazione nostrana) che gli ha consentito di essere eletto e ri-eletto.

Un leader ha un seguito

Si un leader è solo un visionario se non ha chi lo segue. In questo alcuni analisti hanno sempre tentato di smontare Obama con i classici sondaggi sul gradimento del Presidente o con le sconfitte elettorali di mid-term.
La realtà è che Obama ha coinvolto quello sterminato popolo americano gli ha donato oltre un miliardo di dollari per la campagna elettorale, spesso con micro-donazioni da 5 dollari.

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