Quando mi sono iscritta al corso sull’intelligenza emotiva l’ho fatto, lo ammetto, senza troppa convinzione, pensando che avrei appreso strumenti utili sì ma senza immaginare quanto pratici questi sarebbero stati.
In pratica la parola intelligenza emotiva mi faceva pensare a qualcosa di intangibile, che avesse a che fare con la capacità di riconoscere e gestire le emozioni dentro di me, ma non intuivo assolutamente come sarebbe cambiata la mia vita dal giorno dopo il corso.
In effetti ho sempre pensato di essere brava nel riconoscere le emozioni, nell’entrare in empatia con gli altri, un po’ per gli studi che ho fatto e un po’ per una predisposizione personale a questi temi. Ma non avevo la minima idea che l’intelligenza emotiva avesse così tante sfumature.
Le emozioni
È vero, l’intelligenza emotiva ha a che fare con l’essere capaci di riconoscere le emozioni e i sentimenti e l’aspetto che io ho trovato più importante è nel saper combinare questa parte emozionale con quella razionale, per poter procedere nella vita in modo più efficace.
Le emozioni sono sostanze chimiche che regolano mente e corpo, ci aiutano a prestare attenzione e a focalizzarci e anche quando sembrano confonderci e non farci essere più lucidi in realtà ci stanno dando un importante messaggio.
L’intelligenza emotiva
Quello che facevo prima di scoprire il mondo dell’intelligenza emotiva era separare le emozioni dal ragionamento: pensavo infatti che esse fossero degli ostacoli alla lucidità, che bisognasse a tutti i costi affrontare le sfide razionalmente e in maniera oggettiva. Molto probabilmente siamo stati in qualche modo educati e programmati a pensarla in questo modo e ad agire così, per il nostro bene, come se emozione fosse sinonimo di vulnerabilità.
Nella realtà ho imparato che la separazione tra emozioni e pensieri è una illusione e che invece di ignorare le emozioni prediligendo illusoriamente il pensiero razionale, diventiamo molto più efficaci quando uniamo questi aspetti: emozioni e pensieri uniti generano azioni molto più efficaci e rendono le persone più felici.
Diversamente dagli approcci che tendono a suddividere le persone in compartimenti/gruppi, l’intelligenza emotiva vede le persone come un insieme e anche se in teoria potremmo pensare di non essere responsabili dei sentimenti degli altri, in realtà lo siamo in quanto collegati ai risultati che vogliamo ottenere e alla vita che vogliamo vivere.
“Cosa succederebbe se un miliardo di persone nel mondo praticassero l’intelligenza emotiva?”
Questa è la domanda a cui Six Seconds, network leader mondiale sull’intelligenza emotiva, si impegna a rispondere, entro il 2039.
Significa che in oltre 120 paesi al mondo coach e trainer (che chiamiamo change makers) stanno lavorando a questo obiettivo comune.
E io sono orgogliosa di dare il mio contributo in questo senso.
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